In questo articolo proviamo a fare un po’ di chiarezza sulla normativa che riguarda il ricambio d’aria forzato nelle aule per diminuire il rischio di contagio SARS-CoV-2. Con l’inizio dell’anno scolastico, è infatti tornato il tema dell’areazione degli ambienti chiusi nelle scuole. Nonostante se ne parli molto, ad oltre due anni dall’inizio della pandemia, sono ancora pochissimi gli istituti scolastici che si sono provvisti di adeguati impianti di ventilazione meccanica che garantiscono il giusto ricambio d’aria. Tuttavia, ci sono alcune importanti indicazioni a livello normativo, soprattutto per quanto riguarda gli interventi edilizi, a cui le scuole dovranno adeguarsi. Vediamo quali.
Normativa sul ricambio d’aria forzato nelle scuole
Di qualità dell’aria nelle scuole parlano in particolare tre importanti documenti:
- le tanto attese linee Guida pubblicate ad inizio agosto (DPCM 26 luglio 2022);
- le indicazioni strategiche ad interim sviluppate dall’Istituto Superiore di Sanità con i ministeri della Salute e dell’Istruzione e la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome (versione 11.08.22), ai fini di mitigazione delle infezioni da SARS-CoV-2 in ambito scolastico (a.s. 2022 -2023);
- e il Decreto 23 giugno 2022 dal titolo “Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di progettazione di interventi edilizi, per l’affidamento dei lavori per interventi edilizi e per l’affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso inizio agosto.
Linee guida sulle specifiche tecniche in merito all’adozione di dispositivi mobili di purificazione e impianti fissi di aerazione e agli standard minimi di qualità dell’aria negli ambienti scolastici
Partiamo dal primo, le linee guida in cui si legge:
“Per migliorare la gestione degli ambienti scolatici e contenere i possibili rischi per la salute è importante garantire una buona qualità dell’aria negli ambienti scolastici, prestando attenzione alle fonti degli inquinanti chimici e dei patogeni, sia interne che esterne, alla gestione delle attività, al numero di occupanti, alla natura e configurazione degli spazi, alle misure preventive in atto, ecc. Tutte queste variabili possono influire sensibilmente sulla qualità dell’aria di una classe, così come l’utilizzo di dispositivi di sanificazione, purificazione/ventilazione”.
In un altro passaggio però si legge anche che è possibile migliorare sensibilmente la qualità dell’aria attraverso la semplice ventilazione delle aule attraverso l’apertura delle finestre. Il documento però non specifica quanto dispendio energetico comporta tenere le finestre aperte durante l’inverno.
Non specifica neanche “qual ora si individuasse la necessità di ricorrere a dispositivi/apparecchi specifici per la purificazione/sanificazione degli ambienti” come e chi esegue le valutazioni tecniche.
Indicazioni strategiche ad interim per preparedness e readiness ai fini di mitigazione delle infezioni da SARS-CoV-2 nell’ambito dei servizi educativi per l’infanzia gestiti dagli Enti locali, da altri enti pubblici e dai privati, e delle scuole dell’infanzia statali e paritarie a gestione pubblica o privata per l’anno scolastico 2022 -2023
Andiamo al secondo documento, le indicazioni strategiche dell’ISS, che sul ricambio d’aria è ancora più vago. L’indicazione generica che viene data è quella di garantire un frequente (quanto frequente?) ricambio d’aria per ridurre la trasmissione del virus e migliorare la qualità dell’aria. Con quali strumenti e soprattutto con quali risorse non è specificato:
Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di progettazione di interventi edilizi, per l’affidamento dei lavori per interventi edilizi e per l’affidamento congiunto di progettazione e lavori per interventi edilizi
Più tecnico e puntuale è invece l’ultima normativa che riguarda anche il ricambio d’aria forzato, il cosiddetto CAM sui criteri minimi ambientali che si applica agli edifici pubblici di nuova costruzione e alle ristrutturazioni. In buona sostanza i CAM indicano i requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto, che servono per individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato.
La parte che qui ci riguarda, è il punto 2.4.5 del documento sull’aerazione, ventilazione e qualità dell’aria che inserisce in modo più chiaro il riferimento alla necessità di garantire l’adeguata qualità dell’aria interna in tutti i locali abitabili tramite la realizzazione di impianti di ventilazione meccanica controllata.
E non solo, dovranno anche essere limitate le dispersioni termiche, il consumo di energia e l’ingresso dall’esterno di agenti inquinanti. Per farlo, gli impianti VMC dovranno quindi prevedere il recupero di calore.
Quest’ultimo documento quindi getta le basi per migliorare, nell’ambito degli interventi dell’edilizia pubblica (e quindi anche quella scolastica) la qualità dell’aria grazie al ricambio forzato. Rimane da capire quali saranno le risorse, gli strumenti e i finanziamenti per questi interventi.
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